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Il convento di San Bartolomeo, Piancastagnaio (Siena).

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Questo weekend ho avuto il piacere di soggiornare in Toscana, nella provincia di Siena a Piancastagnaio. Dormire in un convento medievale è stata un'esperienza indimenticabile e suggestiva. La proprietaria, la signora Ricci Barbini ci ha fatto anche la visita guidata del complesso. Siete pronti a scoprire la storia di questo luogo incantato? La chiesa La costruzione del convento è iniziata il 5 settembre 1276 quando è stata messa la prima pietra della chiesa ed è stato piantato anche il castagno antistante il piazzale. A seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale è stato sostituito il tetto della chiesa (prima era a volta, ora è con le capriate). Da fuori si può notare che la facciata è stata alzata. Durante i restauri sono emersi due affreschi: uno sul lato sinistro del portone d'entrata, del 1300 e una madonna che allatta suo figlio sulla parete sinistra rispetto all'altare. Dovrebbero esserci anche altri affreschi, ma per mancanza di fon

LA BADESSA DI CASTRO.

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Appunti da “La badessa di Castro” di Lisa Roscioni, edizioni Il Mulino. Castro era la capitale di un ducato creato nel 1537 da Paolo III Farnese per il figlio Pier Luigi in una posizione strategica nel Lazio settentrionale. Il ducato si estendeva dal lago di Bolsena fino ad affacciarsi sul mar Tirreno e comprendeva Ronciglione e alcuni feudi lungo il Tevere. Formalmente si trovava nel Patrimonio di San Pietro, ma di fatto era indipendente con una milizia propria e una zecca per battere moneta. A Castro si produceva salnitro per ottenere la polvere da sparo, ma anche come conservante per la carne. Pascoli, mulini, osterie e la “cannara” del Marta dove si catturavano le anguille che, uscendo dal lago di Bolsena s’immettevano nel fiume, era per i duchi fonte di rendita tramite tributi e affitti. Difesa da alte muraglie di tufo all’incrocio tra due affluenti del Fiora. Situata vicino allo scalo portuale di Montalto, alla foce del fiume Fiora, era circondata da

“La leggenda di Ninfa” di Monica Maratta e Dario Pozzi, La strada per Babilonia edizioni. A cura di Alessandra Micheli dal blog "Les fleurs du mal".

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Un incantato giardino dai sfavillanti colori simili a variegate ali di farfalla, si stende alla vista del turista, ammainandolo e rapendolo. E’ una visione che appare quasi uscita da un libro di favole, quelle che da bambini sognavamo e che rendevano i nostri occhi sgranati avvezzi alla meraviglia e all’incanto. Ninfa è oggi, per il turista in cerca di bellezza, una porta su un mondo altro, sul regno del numinoso capace di abbracciare e di soffocare la noia del vivere urbano. Eppure, pochi conoscono a fondo la sua leggenda, quella che permea l’aria di sussurri che dal passato arrivano a noi. E’ questa la meraviglia della storia. Non solo accadimenti e eventi, ma incastri perfetti che uniscono in un filo di eternità le vite e i destini di uomini comuni e di grandi geni. Sullo sfondo di Ninfa, nel libro di Monica Maratta e di Dario Pozzi si affacciano personaggi del calibro di Lucrezia Borgia, di lord Byron e remoto, evanescente ma sempre presente, Cesare B